Nicolò GOVONI|Reporter & Activist|Founder of Mazì School in Samos (GR)
Nicolò (1993) è cresciuto a Cremona. A vent’anni è partito per l’India e si è unito a una missione umanitaria presso l’orfanotrofio Dayavu Boy’s Home, dov’è rimasto per quattro anni. Ha studiato giornalismo e lavorato per le testate «BBC Knowledge», «South China Morning Post» e «Metropolis Japan». Oggi vive e lavora in un campo profughi sull’isola greca di Samos, dove ha fondato la sua scuola Mazì, dove ha plasmato e coordina un programma educativo per bambini rifugiati sfuggiti alla guerra e provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iraq, dalla Palestina, dal Kurdistan, dall’Iran, dall’Algeria, dal Congo. Ha scritto il libro Bianco come Dio, pubblicato dalla casa editrice Rizzoli, il cui ricavato sarà destinato alla costruzione di una biblioteca nell’orfanotrofio indiano in cui è ambientato il libro e per nutrire di amore e speranza i bambini che vivono in condizioni di assoluta emergenza nel campo profughi di Samos, ormai al collasso.
Abstract – Bianco Come Dio
“Se non ti piace qualcosa, cambiala.
Abbandona il bianco per una vita davvero policroma. Quando lo farai, ti chiameranno pazzo. Ti diranno che esageri, che sei troppo passionale, troppo appassionato, troppo intenso, dedito, ossessionato. Non capiranno perché tu sia così, e proveranno a cambiarti, proveranno a estinguere la tua fiamma, proveranno a farti stare zitto.
Non permetterglielo. Non li ascoltare.
Sarà dura, non lo nego. Spesso le cose che contano lo sono. Avere un sogno e cercare di realizzarlo sono le due facce della stessa medaglia, ma questo è ciò che ti renderà diverso dal gruppo. Non sarai immune ai dubbi, però. Sarai insicuro, spaventato e in cerca di approvazione, proprio come chiunque altro. La più grande differenza è che tu, l’approvazione, la cercherai in te stesso.
Imparerai a ignorare i commenti negativi. Imparerai quali voci ascoltare, quali mentono e quali hanno davvero il tuo bene a cuore. Imparerai che i tuoi interessi e i tuoi sogni non sempre coincidono, e che a volte, quando i tuoi interessi significano stabilità e sicurezza, la cosa giusta da fare è quella che nessuno farebbe. La cosa giusta, a volte, è correre il più lontano possibile nella direzione opposta.
Perché sarai anche pazzo, ma sarà giusto esserlo.
Il mondo ha bisogno di più pazzi. Il mondo ha bisogno di più passione e desiderio e sogni stravaganti. Il mondo ha bisogno di persone disposte a puntare tutto, a innamorarsi troppo presto, a rischiare e dimenticarsi delle conseguenze, a vivere davvero.
E se ti dicono che hai bisogno di darti una calmata, non lasciarti influenzare. Solo perché non sanno apprezzare quest’energia non significa che nessuno lo farà. Qualcuno ci sarà sempre.
È varcando quei confini che lo troverai.
E poi, oltre quei confini, troverai te stesso.”
–
Se ti dicono che il mondo è sbagliato e non puoi fare nulla per aggiustarlo, hai due possibilità: ti rassegni a vivere una vita che non è la tua, con il dubbio di sprecare tempo prezioso, o ti rimbocchi le maniche e provi a migliorare le cose, un bambino alla volta. È quello che sceglie Nicolò, vent’anni carichi di domande, di energia e di un’inestinguibile ricerca di senso. A casa, in Italia, mancano le risposte, le prospettive di un futuro che lo riempia, così sceglie di partire. Lo zaino che si porta è leggero: è convinto di trattenersi in India, nell’orfanotrofio di Dayavu Home, per qualche mese. Ma non sa che in quell’angolo remoto di mondo la sua vita è destinata a cambiare. Perché presto scoprirà che una vacanza da “volonturista” non è quello che sta cercando. I venti bambini che incontra sono stati abbandonati dalla società ma nonostante questo, ogni giorno gli insegnano che si può sempre rinascere. E anche se Nicolò sa bene che la battaglia contro il male è persa in partenza, capisce che vale la pena di rischiare tutto per regalare un solo sorriso ai suoi ragazzini. Così decide di restare: Dayavu Home diventa la sua Casa, Joshua, direttore dell’orfanotrofio e suo mentore, un secondo Padre e i bambini la sua Famiglia. Bianco come Dio è la loro storia, il racconto che Nicolò ha scritto – prima su un blog e poi su Facebook – per raccogliere fondi destinati alla struttura e agli studi dei ragazzi. È la testimonianza semplice e sincera di una passione contagiosa che vuole cambiare il mondo, sorriso dopo sorriso.