Loredana Barillaro| Founder and Editor of SMALL ZINE –  Magazine of Contemporary Art
Loredana nasce a Cosenza nel 1978, è sposata con Luca, anche suo collega, col quale ha fatto due bambini Sebastiano, detto Seba ed Ernestantonio, detto Eto. Scopre di amare l’arte sin da quando frequentava la terza media, a tredici anni riproduce “Natura morta con squadra” del 1917 di Carlo Carrà. Da allora, seppur in modo forse inconsapevole, non si è più allontanata dal mondo dell’arte. Nel 2005 si laurea in Storia dell’Arte Contemporanea al DAMS dell’Università di Cosenza e dopo una breve parentesi in cui pensava che fare l’artista fosse il suo posto nel mondo, capisce che, in realtà, dell’arte voleva scrivere. Ha collaborato con alcune testate di arte contemporanea, tra cui Flash Art, e si è occupata di curatela e critica d’arte. Nel 2011 fonda SMALL ZINE, Magazine di arte contemporanea di cui, da allora, è direttore responsabile ed editoriale.
SMALL ZINE è un magazine free press di arte contemporanea edito nella provincia di Cosenza. Una linea editoriale sobria, una grafica minimale, rigorosa, assieme alla qualità dei contenuti, è ciò che lo caratterizza. Nessuna staticità nella forma e nessuna “gerarchia” nella scelta degli artisti. Semplice, chiaro, immediato, serio nei contenuti e di efficace fruizione.
Attrarre l’attenzione senza che la concentrazione e l’interesse vengano mai meno è ciò che ci sta a cuore. Un progetto che parte dal territorio e ad esso si rivolge, ma che pone un occhio sempre oltre, al panorama nazionale ed internazionale. Un talent scout, perché no! Andare alla ricerca di artisti interessanti ma privi di una reale visibilità è ciò che ci piace, essere “vetrina” per ciò che di promettente esiste. Lavoriamo affinché SMALL ZINE diventi uno strumento di ricerca, di studio, concreto, che possa “durare” nel tempo.
Abstract:  Attitudini Resilienti
“Se fare il mio lavoro qui in Calabria può definirmi resiliente, allora sì, credo, nel tempo di essermi “adattata” ai luoghi e ai sistemi malgrado pensassi, all’inizio, che vivere e lavorare ai cosiddetti “margini” fosse un punto di forza, una sorta di scelta “capitata”. Ho pensato che un posto valesse un altro, ho pensato che non vi fossero in fondo deli limiti, che il contenitore fosse condizionato dal contenuto, e che tutto fosse la semplice conseguenza del fatto di essere nata in Calabria. Ma ora mi pongo delle domande, a cui ancora sto pensando quale risposta poter dare. Credo che l’arte possa essere un potente strumento di inclusione sociale, una di quelle cose che accorcia le distanze e che può “rimarginare” il disagio sociale che spesso connota i luoghi di provincia…”